Perché le persone usano la voce? Come possiamo creare una tecnologia migliore?
Quando si tratta di cercare risorse e navigare sul web, molte persone pensano ancora a periferiche come tastiere e touchscreen come mezzi d'interazione. O almeno lo facevano fino a poco tempo fa.
Sempre più utenti, però, utilizzano la propria voce per accedere a informazioni e servizi online. Secondo Statista, il 42% della popolazione mondiale ha recentemente condotto una ricerca vocale su un dispositivo.
E la tendenza sta crescendo rapidamente, soprattutto in luoghi con un gran numero di nuovi utenti, ovvero dove molte persone non hanno un background di utilizzo di un computer o addirittura di digitazione su uno smartphone.
Google ha pubblicato un Voice Playbook per aiutare l'industria tecnologica a capire meglio perché le persone usano la loro voce, le sfide che rimangono per realizzare il suo potenziale e come sia possibile costruire una tecnologia migliore.
I nuovi utenti di Internet stanno trovando la loro voce
Spesso pensiamo soltanto alla possibilità di parlare con il telefono per una questione di comodità, un modo per ottenere informazioni mentre si guida o si cucina.
Ma per molti nuovi utenti, la voce non è solo utile, è fondamentale.
Fornisce un mezzo per le persone che giungono al "mondo online" con bassi livelli di alfabetizzazione per diventare autosufficienti. Semplifica il modo in cui interagiscono con il proprio dispositivo e rende l'output che stanno cercando, ad esempio il risultato di una query di ricerca, molto più semplice da comprendere.
In questo momento, le persone usano la propria voce per registrarsi e condividere le proprie conversazioni, impartire comandi come query di ricerca, utilizzare assistenti virtuali e dettare frasi da trascrivere.
Le persone usano la voce perché rende il web meno complesso e confuso. Allo stesso tempo, rimangono ancora sfide significative.
Un esempio? Gli errori di interpretazione. La tecnologia alla base del riconoscimento vocale non è ancora perfetta, quindi spesso le persone sperimentano interpretazioni errate. Quando i nuovi utenti vivono questo tipo di esperienza con la voce, tendono a incolpare sé stessi. Un feedback che si sente spesso, infatti, è: "non riusciva a capire il mio accento". Dopo alcune cattive esperienze, gli utenti si arrendono.
Oltre a questo, ci sono "problemi" di privacy. Quando le persone sono circondate da grandi gruppi di altre persone, sono riluttanti a parlare con il proprio dispositivo perché temono di essere ascoltate.
Un playbook per la tecnologia vocale
La tecnologia può rappresentare delle sfide per gli utenti, ma se è progettata e costruita correttamente, può anche aiutare a superarle.
Proprio per questo motivo Google ha creato una serie di principi per guidare il settore ed aiutare i produttori di tutto il mondo a creare prodotti adatti alla voce. Quando riusciamo a comprendere l'esperienza vocale delle persone e a costruire attorno a tale esperienza, possiamo migliorare notevolmente l'utilità e l'accessibilità della tecnologia.