Intervista a Paolo Bergamo: le disruptive technology a servizio delle aziende
In un'emozionante intervista, con Paolo Bergamo parliamo di Voice Technology, di assistenti virtuali, di Realtà Aumentata e Virtuale. Ma approfondiamo anche le tecnologie del futuro come le onde cerebrali. Paolo è stato per 15 anni in Salesforce, nel team di Marc Benioff, e oggi è il CEO di OverIT.
Un nuovo episodio di Voice Technology con Paolo Bergamo, con il quale parliamo di Voice Customer Experience (la voce applicata alla produttività per migliorare e velocizzare i processi), di assistenti virtuali, di onde cerebrali come nuova modalità di interazione, di Field Service Management e di nuove tecnologie.
Chi è Paolo Bergamo?
Paolo Bergamo è stato per 15 anni in Salesforce, nel team dei "fidati consiglieri" di Marc Benioff, e oggi è il CEO di OverIT.
Il suo percorso è un viaggio pazzesco tra Italia, Stati Uniti e ritorno. Dalla Laurea in Ingegneria Elettronica presso l'Università di Ferrara all'incontro con il professor Leonard Kleinrock, il padre di Internet (allora Arpanet), che lo porta alla UCLA. Da un lavoro in una start-up alla chiamata di Steve Jobs per realizzare la prima applicazione aziendale in assoluto per il lancio dell’App Store.
Dai 15 anni in Salesforce nel team di Marc Benioff al ritorno in Italia come CEO di OverIT un vero e proprio gioiello italiano con più di vent'anni di esperienza nel campo delle soluzioni di Field Service Management.
C'è qualcosa di "magico" nella voce, che riesce a focalizzarti maggiormente su quello che ascolti e che impari. Si tratta di un'evoluzione importante.
Il podcast completo e la video intervista
Quello che segue è l'episodio podcast completo, con all'interno la parte video dell'intervista.
I punti salienti
00:38 Presentazione di Paolo Bergamo
01:29 Il futuro della Voice Customer Experience
04:23 Democratizzazione dei dati e voce
06:52 Onde cerebrali: la futura modalità di interazione
08:33 Cos'è il Field Service Management (FSM)?
12:28 FMS: un crocevia delle disruptive technology del futuro
16:38 La storia di Paolo Bergamo
20:14 Un consiglio per chi pensa di avere delle idee vincenti
22:48 Take Away
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Si tratta di tecnici che hanno già molti tool e dispositivi nelle loro mani, per poter fare riparazioni o azioni similari. Per cui c'è la necessità di avere un dispositivo intelligente che li aiuta nel loro lavoro, ma allo stesso tempo gli lascia le mani libere. Se ci pensi, c'è un'altra tecnologia, oltre al "voice", che si sta espandendo nell'industria, che è quella dell'Augmented Reality, insieme alle Virtual Reality.
Take Away
Un piccolo riepilogo dei concetti emersi nell'episodio.
- La voice technology è un interaction point con il cliente, come lo sono l’applicazione mobile il chatbot, l’sms. Per questo, è fondamentale che i brand si orientino a trasferire anche sul "voice" tutto il loro DNA.
- Gli ambiti in cui opera la voice technology, da un punto di vista produttivo sono 3: la customer experience, l’employee experience (per il miglioramento dei processi interni), e il miglioramento della collaborazione. E quest’ultimo rappresenta il futuro della voice technology nell’enterprise software e nelle aziende.
- La voce rappresenta un’evoluzione importante, ti permette, ad esempio, di acquisire informazioni riposando gli occhi, ma l’aspetto “magico” è che ti permette di focalizzarti maggiormente sui contenuti.
- Uno sguardo sul futuro degli assistenti virtuali non può non includere il passaggio ad una nuova modalità di interazione, ovvero le onde cerebrali. Futuristico? Prova ad approfondire i progetti di Neuralink. La voce è un canale estremamente più veloce della scrittura, però a sua volta è molto più lento delle onde cerebrali.
Se vuoi la mia interpretazione del futuro, credo che l'analisi dati e l'assistente virtuale passeranno ad un'altra modalità, ovvero alle onde cerebrali.
- Per quanto riguarda il Field Service Management, i tecnici che fanno gli interventi hanno sempre più bisogno di sistemi intelligenti che li assistano in modalità “hands free”. Voice Technology e Reltà Aumentata sono tecnologie perfette per queste esigenze. Possiamo dire che il Field Service Management, rappresenta un “crocevia” per le disruptive technology del futuro, infatti mette insieme IoT, machine learning, realtà aumentata, voice technology.
Hai la possibilità di avere degli occhiali intelligenti ai quali puoi parlare per per capire cosa devi andare a riparare, per avere le informazioni, per salvare delle note (es. quello che è stato fatto o non fatto) senza utilizzare un dispositivo cellulare.
Che consigli daresti a chi pensa di avere delle idee vincenti?
Quando tu hai una buona idea, il consiglio è quello di creare il team giusto. Lo dico davvero. Una buona idea non è sinonimo di successo. Molto spesso le idee sono sbagliate. Ci sono molte startup che hanno iniziato con un'idea completamente diversa da quella che le ha successivamente condotte al successo. Qual è la differenza tra quelle che hanno fallito e quelle che invece sono riuscite a fare questa conversione? Solo l'execution.
Secondo me il successo di un'azienda è 20% una buona idea e 80% execution.
Perché quando hai un team he sa mettere in piedi un'architettura, che sa mettere in piedi dei processi, che pensa in maniera innovativa e riesce a mettere a terra le idee che ha, se anche l'idea di partenza è sbagliata, riesce a curvare. Ma se tu hai 4 ruote della macchina, ognuna delle quali va in direzione diversa perché l'execution non è il forte dell'azienda, tu puoi avere la migliore idea del mondo ma non arriverai da nessuna parte.
Focalizzati sull'execution. Focalizzati su delle persone che hanno esperienza su come mettere a terra delle idee. E ci sono dei ruoli che tipicamente sono più "adatti" a persone giovani con tante buone idee e che hanno la conoscenza dell'innovazione specifica; ma quando parli di marketing, quando parli di vendite, servono persone con più esperienza. Quindi è sempre una questione di bilanciamento tra gente con tanta esperienza, e gente che ha tante buone idee e porta tanta innovazione.